La Creatività: una risorsa per la vita e il benessere

La creatività

Sul concetto di creatività sono state elaborate numerose teorie e definizioni.                                      In passato con questo termine ci si riferiva esclusivamente all’atto di creare qualcosa dal nulla, considerata una prerogativa esclusiva della Divinità. Per ciò che riguarda gli uomini, si parlava più di “invenzione”. A partire dagli anni ’50 la parola “creatività” è entrata a far parte del lessico italiano e si è cominciato a parlarne come di una capacità umana. Inizialmente la creatività è stata considerata una caratteristica dei grandi artisti, ma successivamente è stato sottolineato che è creativo chiunque sia capace di produrre qualcosa di nuovo e utile: un oggetto o una soluzione ad un problema. È stato inoltre dimostrato che questa capacità può essere appresa e sviluppata.                                                                                                                                       

La creatività è considerata espressione tipicamente umana perché si fonda sul possesso di un linguaggio a volte astratto, fatto non solo di parole ma anche di musica, danza, colore, ovvero qualsiasi strumento che permetta all’uomo di esprimere se stesso e di comunicare con il mondo esterno.                                                                                                                                                  

Per Moustakas (1969) essere creativi significa sperimentare la vita secondo un nuovo punto di vista personale, basandosi sulle proprie risorse. Vuol dire anche di più, ovvero avere un atteggiamento coraggioso di ricerca e scoperta del dolore, della gioia, della lotta, del conflitto, della solitudine interiore. La creatività può emergere soltanto dalla ricerca di se stessi. Come si può vedere dunque, il concetto di creatività amplia i suoi confini e spazia su più aspetti della personalità umana.                  Soprattutto, emerge come la creatività non sia più soltanto caratteristica di particolari personalità, ma può manifestarsi anche nelle attività ordinarie della vita, come tendenza a comportarsi in modo creativo (Carotenuto, 2004).

  • La Creatività all’interno della cornice Umanistica e Bioenergetica

Per la psicologia umanistica, i significati e le finalità essenziali dell’esistenza ruotano attorno a due poli: dare e ricevere amore e perseguire creativamente una ricerca o un impegno (De Marchi, 2006). Questo filone psicologico attribuisce alla creatività un ruolo prioritario. Il primo a rivendicare la centralità della creatività fu Maslow (1971), per il quale la creatività è “una potenzialità che tutti, o quasi, gli esseri umani possiedono alla nascita”.

Per la psicologia umanistica è fondamentale il concetto di creatività perché considera la mente umana un sistema aperto, dotato di libertà d’azione e possibilità di cambiamento. Parlando di “atteggiamento creativo”, Maslow afferma che una sua caratteristica peculiare è la spontaneità, intesa come assenza di sforzo volontario. Quest’ultima è garanzia della espressione onesta della natura dell’organismo che funziona liberamente e della sua unicità.                                                                                     Per Lowen (1975) la spontaneità è la qualità essenziale dell’ “auto-espressione”. Quest’ultima è costituita dalle attività libere, naturali e spontanee del corpo. Egli afferma infatti che ogni attività del corpo, dalla più semplice alla più complessa, contribuisce all’auto-espressione. La chiave dell’auto-espressione, per Lowen, sta nel piacere (1984): nella creatività si realizza infatti quella forma di piacere che provano i bambini quando giocano: il bambino non tradisce se stesso quando gioca, ma resta fedele alla propria realtà interiore; in qualche modo si auto-realizza. Nell’atto creativo, il piacere è sia il motore che il risultato dell’atto creativo stesso, visto che ogni atto creativo aggiunge piacere e significato alla vita stessa. “Il piacere nel vivere incoraggia la creatività e l’espansività, la creatività aggiunge piacere e gioia alla vita”. Per essere creativi, quindi, non occorre essere artisti, ma adottare soluzioni creative. Si può essere creativi nella conduzione della propria vita familiare, nel proprio metodo di studio, nell’indossare un abito e così via (Parsi, 2006).

Possiamo fare una distinzione tra fantasia, immaginazione e creatività. Mentre le prime due viaggiano avanti e indietro nel pensiero, riguardando quindi funzioni di esso non concrete, la creatività è agganciata alla realtà, si serve di fantasia e immaginazione e le coniuga con le risorse e i mezzi che l’individuo ha a disposizione per formare un prodotto, il prodotto creativo. Quest’ultimo viene ad essere l’oggetto di espressione di uno stato interno manifestato attraverso l’uso di strumenti, quali ad esempio la pittura, la musica, il movimento e così via. È un mezzo di comunicazione con il mondo esterno.

Fromm identifica cinque condizioni fondamentali per parlare di creatività:

  • La capacità di essere perplessi (tipica dei bambini e dei geni. Riguarda la capacità di ammirare e di stupirsi, viene perduta nel corso dell’educazione che ci viene imposta nella vita. Il messaggio che viene dato dall’educazione è che è nostro dovere conoscere tutto, pertanto lo stupirsi rimanda ad una condizione di ignoranza);
  • La capacità di concentrazione (significa vivere in contatto con la realtà, concentrati sul momento presente);
  • L’esperienza dell’Io (sperimentare il proprio Io come autentico generatore dei propri atti);
  • La capacità di accettare il conflitto (la persona creativa è consapevole dei conflitti esistenti tra il proprio corpo e la propria psiche, li ha sperimentati ed accettati);
  • La disposizione a nascere ogni giorno (riguarda il coraggio di abbandonare qualcosa, così come alla nascita abbiamo abbandonato l’utero materno. Affidarsi alla forza della propria consapevolezza e creatività).

Sempre secondo Fromm, i condizionamenti più importanti che si oppongono all’autorealizzazione derivano dal contesto storico e sociale. L’artista dà libero sfogo al suo bisogno di affermare se stesso. Il soggetto creativo è vivace e possiede una ricca interiorità che contrasta con la passività con cui le persone si adattano alla vita. La caratteristica più importante della creatività è perciò la capacità di gestire la propria interiorità mediando tra sé e il mondo esterno.

Il blocco della Creatività

Come dice Maslow, la creatività «nella maggior parte dei casi si smarrisce, o resta seppellita, o viene inibita a mano a mano che l’uomo si lascia assimilare nella civiltà».

Secondo l’autore, man mano che il bambino viene educato, scolarizzato e socializzato, la sua capacità creativa viene progressivamente bloccata o subisce interferenze, che possono quindi derivare dalla famiglia, dalla scuola e dalla società, che dovrebbero essere invece i luoghi ideali in cui esprimere e sviluppare la propria creatività.

Erich Fromm afferma: “L’uomo che non può creare vuole distruggere”.

Infatti la prima e più grave conseguenza del processo di inibizione della creatività è, secondo l’autore, lo sviluppo della distruttività umana in tutte le sue molteplici forme, non solo verso gli altri ma anche verso se stessi. Quella che lui stesso definisce “aggressività maligna”, ovvero la tendenza a reagire aggressivamente e in modo distruttivo di fronte alle avversità.

Un’altra conseguenza dell’inibizione della creatività è lo sviluppo di un disagio mentale, tra cui ansia, depressione, crisi di panico, fobie, disagio esistenziale. La dimensione creativa dell’uomo può venire infatti alterata o bloccata dal disordine e dalla patologia. Da qui la necessità di far recuperare all’uomo un sano rapporto con se stesso e con la realtà che lo circonda. Occorre quindi favorire nell’individuo la capacità di esprimersi in maniera spontanea.

La creatività nel lavoro psicoterapeutico

Il modello umanistico ha una concezione dell’uomo come unità psicosomatica, con una naturale tendenza a svilupparsi in modo sano. In quest’ottica la psicoterapia viene vista come un percorso in grado di favorire il ripristino della facoltà e delle risorse della persona, e il terapeuta fa in modo di creare l’atmosfera giusta per consentire alla persona di esplorare se stessa in un ambiente sicuro. Il terapeuta affianca e sostiene il cliente nel suo percorso di riscoperta di sé, per restituirgli una relazione più autentica ed appagante, non solo con se stesso, ma anche con la realtà che lo circonda e nella quale è immerso quotidianamente (Parsi, 2006). In particolare, attraverso l’uso di tecniche creative, il paziente viene accompagnato nel suo percorso, affinchè egli possa radicarsi nella realtà e scegliere quali aspetti cambiare e quali soluzioni adottare ai problemi della sua vita. Si favorisce così la liberazione del potenziale creativo della persona, che fino a quel momento era sopito, bloccato. Attraverso il lavoro creativo, l’antico dolore tracciato dentro l’individuo, nel suo corpo e nel suo immaginario, può essere agito, integrato e sostituito da un nuovo pensiero, da un nuovo progetto o da una nuova modalità di affrontarlo, che viene sperimentato concretamente nel setting della terapia.

Il terapeuta si caratterizza come un promotore del pensiero creativo, mettendo a disposizione le sue conoscenze e l’uso degli strumenti che servono al paziente per esprimersi, utilizzando il linguaggio più adeguato per chi è in quel momento nella stanza con lui.

Attraverso le cosiddette terapie espressive l’individuo ha la possibilità di trasformare vissuti negativi e dolorosi in nuove opportunità, partendo dalle risorse che ha a disposizione. In questo processo il terapeuta assume un ruolo importante di facilitatore, colui che agevola e aiuta lo sviluppo del potenziale creativo di ogni paziente, ponendo le migliori condizioni per far emergere il cambiamento da lui stesso, secondo un’ottica umanistica.

Bibliografia:

Carotenuto, A., “Oltre la terapia psicologica”, 2004, Bompiani.

De Marchi, L., LoIacono, A., Parsi, M.R., “Psicoterapia Umanistica. L’anima del corpo: sviluppi europei”, 2006, Franco Angeli.

Fromm, E., “L’atteggiamento creativo”, 1972, in “La creatività e le sue prospettive”.

Lowen, A., “Bioenergetica”, 1975, Feltrinelli.

Lowen, A., “Il piacere. Un approccio creativo alla vita”, 1984, Astrolabio.

Maslow, A., “Motivazione e personalità”, 1973, Armando Editore.

Morino Abbele, F. & Parsi, M.R., “La mente creativa. Dare anima all’anima in psicoterapia”, 2006, Franco Angeli.

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